Nel 2003 sono partiti, grazie all’iniziativa della sezione d’italiano, i primi corsi on line di lingue presso l’Università statale del Dalarna (Svezia). Attualmente nel nostro ateneo si impartiscono corsi di diversi livelli, da principianti al master, di dieci lingue straniere (arabo, cinese, francese, giapponese, inglese, italiano, portoghese, russo, spagnolo, tedesco); sono previsti, inoltre, corsi on line in molte altre materie umanistiche, socioeconomiche e tecniche. Dopo un decennio di sperimentazione e di didattica applicata, l’Università del Dalarna è oggi leader in Svezia nell’insegnamento universitario on line. Ben il 70% dei suoi iscritti studia a distanza, collegandosi da ogni parte del mondo alle lezioni sincrone sulla piattaforma di videoconferenza Adobe Connect. Questa incredibile espansione è stata resa possibile grazie a lungimiranti investimenti mirati allo sviluppo e all’acquisto di tecnologia avanzata e, soprattutto, tramite la creazione del centro tecnico-pedagogico Next Generation Learning (NGL). NGL, oltre a svolgere numerose attività di ricerca nel campo della didattica on line, si occupa anche della formazione dei docenti e garantisce l’indispensabile supporto tecnico prima, durante e dopo le lezioni frontali sia agli insegnanti che agli studenti.
Nel corso del seminario saranno brevemente ripercorse le tappe di questo sviluppo, illustrate le problematiche e le strategie della didattica delle lingue nel FAD (Formazione A Distanza) di terza generazione e si metterà in rilievo la tipologia particolare del discente a distanza di materie umanistiche. Tramite un collegamento diretto on line sarà, inoltre, data ai partecipanti la possibilità di osservare dal vivo qualche minuto di una lezione sincrona di italiano. Si prospetteranno, infine, i vantaggi che il FAD presenta non solo per il raggiungimento di più larghi strati di studenti, ma anche per l’altrettanto interessante possibilità di ampliare, anche al di fuori della propria nazione, il reclutamento di docenti ad hoc per determinati corsi. La nuova tecnologia permette, infatti, a costi contenuti, grazie ad una “mobilità virtuale” dei docenti, di raggiungere quegli obiettivi d’internazionalizzazione della didattica e della ricerca superiore auspicati dai ministeri nazionali per l’università del futuro.