Dopo mesi di incontri e audizioni, di proposte, di scommesse sui nomi, di critiche… abbiamo un’Agenda Digitale <http://www.agenda-digitale.it/agenda_digitale/>, una nuova Agenzia per l’Italia Digitale <http://www.lavoro.gov.it/NR/rdonlyres/E8058E69-D1AE-40C1-9664-602FD8C63C0B/0/20120622_DL_83.pdf>e un nuovo direttore<http://www.corrierecomunicazioni.it/pa-digitale/17951_ecco-chi-e-ragosa-primo-direttore-dell-agenzia-digitale.htm>.
I temi, come in una matrice, si intersecano e coinvolgono i diversi stakeholder: le pubbliche amministrazioni, il mondo della ricerca, le imprese e i cittadini.
Solo tentando di incrociare le visioni e gli obiettivi potremo produrre risultati duraturi e appare chiaro che senza una governance inclusiva e determinata non riusciremo ad andare lontano.
Da pochi giorni abbiamo anche il Decreto Crescita 2.0<http://www.gazzettaufficiale.it/moduli/DL_181012_179.pdf>che definisce le linee guida e gli indirizzi in cui il Paese si dovrà muovere nei prossimi anni per diventare un po’ più digitale, un po’ più smart e anche un pochino più resiliente rispetto a tutti i problemi che ancora dovremo affrontare a breve.
Una bella sfida per il Paese dalla forte sindrome del NIH (Not Invented Here) e dalle grandi vocazioni di primadonnismo: bisogna fare squadra!
Nessuno è in grado di vincere questa sfida senza il coinvolgimento di tutti gli altri attori, si tratta di un ecosistema in cui tutti sono essenziali e in cui si estingueranno quelli che meno si sapranno adattare al cambiamento.