L’editoria elettronica, prima ancora di annunciare la nascita dell’e-book, ha determinato la morte di una figura professionale che era indispensabile alla produzione a stampa: il tipografo grafico-compositore. Già con l’introduzione dei primi Mac l’informatica, fino ad allora tecnologia accessibile solo agli specialisti, cambiava radicalmente il modo di comporre le pagine tipografiche, rendendo possibile l’impaginazione “fai da te”. Quando poi i due mondi, Mac e Windows, iniziarono a dialogare, promuovendo la compatibilità tra sistemi operativi diversi, il miracolo diventò possibile: redazione e impaginazione hanno iniziato il loro cammino assieme, per approdare oggi alla pubblicazione del testo finito direttamente in rete o scaricabile su i-pad o i-phone. Il testo giornalistico, così come lo conosciamo, ci sembra sempre lo stesso, un insieme di lettere e spazi costretto in una gabbia preordinata. Ma è proprio così? L’adattabilità ai nuovi supporti ha condizionato la qualità dei prodotti editoriali e lo stesso modo di scrivere?