La Storia dell’Europa Mediterranea è stata il filo conduttore delle lunghe e fruttuose attività del Gruppo Interuniversitario per la Storia dell’Europa Mediterranea (GISEM) all’interno del Dipartimento di Medievistica (Università di Pisa) che dal 1983 al 2001 ha organizzato incontri, seminari, convegni. Il lavoro del GISEM si concretizzò in due collane: Europa mediterranea. Quaderni GISEM, la Piccola Biblioteca Gisem e un Bollettino. Le organizzatrici di questo ciclo di seminari (Laura Galoppini, Enrica Salvatori e Alessandra Veronese) sentono la necessità di riannodare i fili di questo passato non lontano, credono che quella cospicua eredità di temi e di idee meriti di essere nuovamente riproposta e sia necessario discutere nuovamente un patrimonio scientifico valido per la ricchezza degli spunti di ricerca in esso presenti, e perché molte delle tematiche trattate consentono di agganciare le nostre conoscenze del passato all’esigenza di comprendere il presente.
Giovedì 14 febbraio ore 16 Aula Sal-3 – Via dei Mille 19 |
Nicolas Minvielle (École française de Rome), La produzione dell’argento nel Mediterraneo medievale: un problema di storia connessa | Audio |
Mercoledì 27 febbraio ore 16Aula Sal-3 – Via dei Mille 19 |
David Malkiel (Univ. Bar Ilan), Il libro di viaggi di Beniamino da Tudela tra realia e mirabilia | Audio Altri materiali |
Giovedì 21 marzo
ore 15-18 (in collaborazione col Seminario di Public History) |
Il Medievista come Public Historian
Francesca Baldassarri (Historical Lab), Tommaso di Carpegna (Università di Urbino), Federico Fioravanti (Giornalista, ideatore del Festival del Medioevo), Antonio Musarra (UNIFI), Marco Paperini (Città Territorio Centro Studi), Pietro Silanos (Bergische Universität Wuppertal) |
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Martedì 9 aprile
ore 16 Aula Sal-2 – Via dei Mille 19 |
Bruno Figliuolo (Univ. di Udine), La formazione dello spazio economico integrato nell’Italia centro-settentrionale due e trecentesca | audio
presentazione |
Giovedì 18 aprile
ore 15 |
Francesca Pucci Donati (Univ. di Durham), La colonia veneziana di Tana, la località più lontana mai raggiunta da Europei nel Trecento | audio presentazione |
Quale Europa Mediterranea e quali temi?
Il GISEM individuava nel periodo intercorrente tra la costruzione politica carolingia e la crisi spirituale sociale e istituzionale della Riforma e nell’areale comprendente lo specchio del Mediterraneo fino all’Europa settentrionale e orientale, uno spazio-tempo peculiare, dove si riconosceva un’Europa pluralistica ma integrata nella circolazione economica e nell’adozione di modelli politici e culturali comparabili. Quindi le tematiche di ricerca principali furono: la rete degli scambi economici, la dinamica dei gruppi sociali, l’adeguamento costante delle realizzazioni istituzionali, il ruolo delle ‘regioni cerniera’, le migrazioni, il quadro normativo che favoriva (o non favoriva) la circolazione, il rapporto tra le gerarchie degli spazi e le dinamiche sociali. Ci sembra quanto mai opportuno riprendere le tematiche, tenendo ben presenti i contributi più recenti, come anche le nuove sfide che la società odierna richiede in termini di condivisione delle conoscenze e di attualizzazione delle problematiche, nella profonda convinzione che la conoscenza del passato sia utile, in prima istanza, anche per comprendere meglio il presente con lo sguardo rivolto al futuro.
Non intendiamo comunque impegnarci solo e in un semplice, quanto anacronistico, “recupero” delle tematiche oggetto dell’attività del GISEM: lo spirito è infatti quello di discutere nuovamente tematiche classiche oggi affrontate con un differente approccio metodologico con la certezza che i ‘vecchi maestri’ sarebbero stati ben lieti di aprirsi a tematiche attuali e nuovi dibattiti. Riteniamo quindi importante, oltre ad ampliare o ridiscutere le conoscenze sull’Europa mediterranea alla luce delle nuove ricerche, mettere in discussione le partizioni cronologiche proposte e ragionare su fenomeni di lungo periodo, superando le barriere cronologiche secondo la tradizionale cronologia del periodo considerato ‘il medioevo’ (476-1492).
Ci pare poi estremamente opportuno guardare con maggiore attenzione al ruolo delle minoranze (etniche e religiose) e all’influenza che queste ebbero allora sulla società maggioritaria. Essenziale resta poi l’impegno nel settore della “terza missione”, in un periodo che purtroppo sembra ormai quasi relegare l’insegnamento, quindi la conoscenza della storia su piani più che secondari. Così la conoscenza storica viene sostituita da una rigorosa disamina degli accadimenti passati, con un racconto banalizzato fatto di improbabili paragoni e di relative parole d’ordine che, invece di contribuire alla comprensione – con proposte per delle possibili soluzioni ai problemi della società attuale -, tendono verso una pericolosa semplificazione delle diverse realtà, alla trasmissione della convinzione che chiunque possa parlare di qualunque avvenimento storico pur avendone un’idea quanto mai generica. In questo senso, guardiamo con interesse alle pratiche e allo sviluppo della giovane Public History, nella speranza che questo ambito di studi possa aiutare a rendere la conoscenza storica un bene autenticamente diffuso e partecipato.
Le organizzatrici
Laura Galoppini ha studiato principalmente con Marco Tangheroni, Marcello Berti e Ludo J. Milis. Ha conseguito il Perfezionamento in storia dell’arte Medievale e moderna (Università di Pisa) e il PhD in storia presso l’Università di Gand. Ha svolto ricerche in Spagna (CNR), Francia, Belgio, Inghilterra studiando soprattutto la Sardegna e la presenza dei mercanti toscani nel tardo Medioevo fra Mediterraneo e Nord Europa (Mercanti toscani e Bruges nel tardo Medioevo, Pisa Edizioni Plus, 2009) e I Parlamenti dei viceré Angelo de Vilanova (1518-1523 e 1528) e Martino de Cabrero (1530), 2 voll., nella collana “Acta Curiarum Regni Sardiniae” del Consiglio Regionale della Sardegna (Cagliari, 2016). Autrice di numerose pubblicazioni ha partecipato a numerose iniziative di storia locale, rivolte a un pubblico più ampio o alla terza missione.
Enrica Salvatori, allieva di Gabriella Rossetti, ha mantenuto alcuni degli interessi che erano stati elaborati nel GISEM, con particolare riguardo alla circolazione mediterranea e alle relazioni tra Pisa e le città del Midi, ma ha contemporaneamente anche esplorato diverse forme di ricerca e di comunicazione della storia guardando alla sperimentazione delle nuove tecnologie e della Public History. E’ direttrice del Laboratorio di Cultura Digitale e responsabile dell’edizione critica digitale del Codice Pelavicino.
Alessandra Veronese ha studiato con Cinzio Violante e con Michele Luzzati. Dopo essersi interessata del fenomeno monastico femminile, quando la storia di genere ancora quasi non esisteva, ha rivolto in seguito la sua attenzione, su impulso di Michele Luzzati, alla storia della presenza ebraica nei secoli del Medioevo e della primissima età moderna. Ha studiato i viaggiatori/pellegrini, gli insediamenti, le reti di credito, i contatti con il mondo mediterraneo e d’Oltralpe, le donne. Ha diretto per cinque anni il Centro Interdipartimentale di Studi Ebraici “Michele Luzzati”, e ha svolto una intensa attività di terza missione.